Tutti i crediti d’imposta per investimenti in beni strumentali, innovazione, green, ricerca e sviluppo, design e formazione 4.0 disponibili nel 2023.
Piano Transizione 4.0: le novità del 2023
Il Piano Transizione 4.0 è un programma messo a punto dal governo italiano nel 2020 e comprensivo di una serie di incentivi, principalmente nella forma di crediti d’imposta, a favore di imprese che realizzano investimenti nel campo della digitalizzazione, dell’innovazione tecnologica e della transizione ecologica.
Con la Legge di Bilancio 2023, il Piano Transizione 4.0 è stato confermato, al netto però di diverse modifiche e cambiamenti in senso peggiorativo, con la previsione di aliquote meno vantaggiose e il mancato rinnovo di alcuni crediti d’imposta, come il bonus formazione 4.0 e il bonus beni strumentali materiali e immateriali tradizionali.
Vediamo quali sono i crediti d’imposta ancora attivi e come sono cambiate le aliquote!
Credito d’imposta beni strumentali
Nel 2023, il Credito d’Imposta in beni strumentali è stato prorogato esclusivamente per i beni materiali ed immateriali tecnologicamente avanzati, seppur con una riduzione delle aliquote, mentre è venuto meno il rinnovo dell’incentivo per i beni strumentali materiali e immateriali tradizionali. Per questi ultimi, tuttavia, è ancora possibile vedersi riconosciuto il credito d’imposta per gli investimenti effettuati fino al 30 novembre 2023. Capiamo nel dettaglio come!
Come cambiano le aliquote?
Innanzitutto, le aliquote del credito d’imposta variano in funzione della tipologia di bene per cui viene richiesto e del periodo in cui viene effettuato l’investimento.
Partiamo dalle tipologie per cui l’incentivo è stato oggetto di proroga nell’anno in corso:
Per gli investimenti in beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati, ricompresi nell’Allegato A della Legge 11 dicembre 2016, n.232, il credito d’imposta è così riconosciuto:
Per l’anno 2022, nella misura del:
- 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
- 20% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro
- 10% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.
Il credito d’imposta è riconosciuto per gli investimenti effettuati fino al 30 novembre 2023 a condizione che entro la data del 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.
Per gli anni 2023 – 2025, nella misura del:
- 20% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
- 10% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro
- 5% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro
- 5% del costo per la quota di investimenti superiore a 10 milioni fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 50 milioni di euro degli investimenti inclusi nel PNRR, diretti alla realizzazione di obiettivi di transizione individuati con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro della transizione ecologica e con il Ministro dell’economia e delle finanze.
Il credito d’imposta può essere richiesto per gli investimenti effettuati fino al 30 giugno 2026 a condizione che entro la data del 31 dicembre 2025 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.
Per gli investimenti in beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati, ricompresi nell’Allegato B della Legge 11 dicembre 2016, n.232, il credito d’imposta subirà una riduzione progressiva nei prossimi anni e assumerà le seguenti aliquote:
- per l’anno 2022: 50% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di Euro
- per l’anno 2023: 20% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di Euro
- per l’anno 2024: 15% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di Euro
- per l’anno 2025: 10% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di Euro.
Il credito d’imposta è riconosciuto per gli investimenti effettuati fino al 30 giugno dell’anno successivo a condizione che entro la data del 31 dicembre dell’anno in corso il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione.
Passiamo ora ai beni strumentali per cui è ancora possibile chiedere il riconoscimento del credito d’imposta esclusivamente per gli investimenti effettuati nel 2022.
Per i beni strumentali materiali tradizionali, per l’anno 2022, l’aliquota del credito d’imposta è pari al 6% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 2 milioni di euro. Per ibeni strumentali immateriali tradizionali, per l’anno 2022, il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 6% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milioni di euro.
Sia per i beni strumentali materiali che per quelli immateriali tradizionali, ovvero diversi da quelli classificati negli Allegati A e B, il credito d’imposta può essere richiesto per gli investimenti effettuati fino al 30 novembre 2023, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Credito d’imposta Ricerca e Sviluppo, Innovazione, Design e Ideazione Estetica
Il Credito d’Imposta Ricerca e Sviluppo, Innovazione, Design e Ideazione Estetica mira ad incentivare la spesa del tessuto produttivo italiano nei suddetti ambiti di investimento, con l’obiettivo di promuovere la competitività delle imprese e di favorire i processi di transizione digitale ed ecologica.
A questo credito d’imposta abbiamo dedicato un articolo di approfondimento aggiornato con le novità del 2023 e comprensivo di tutti i dettagli relativi alle attività ammissibili . Di seguito, riportiamo invece, in breve, i punti salienti e i cambiamenti previsti nelle aliquote.
Quali sono le aliquote?
Il Credito d’imposta per ricerca e sviluppo, innovazione, design e ideazione estetica ha importi differenti a seconda della tipologia di spese per cui viene richiesto.
Per le attività di Ricerca & Sviluppo, in cui sono comprese la Ricerca Fondamentale, la Ricerca Industriale e lo Sviluppo Sperimentale, il credito d’imposta, è riconosciuto nella misura del 10% e nel limite massimo annuale di 5 milioni di euro per tutte le annualità dal 2023 al 2031.
Per le attività di Innovazione Tecnologica, con cui si intende la realizzazione di prodotti o processi produttivi che non sono innovativi per tutto il settore di riferimento, ma solo per la singola impresa, le aliquote sono le seguenti:
- Anni 2022 – 2023: 10% dei costi ammissibili e nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro, ragguagliato ad anno in caso di periodo d’imposta di durata inferiore o superiore a 12 mesi;
- Anni 2024 e 2025: 5% dei costi ammissibili e nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro, ragguagliato ad anno in caso di periodo d’imposta di durata inferiore o superiore a 12 mesi
Per le attività di Innovazione Tecnologica 4.0 e Green, connesse alla realizzazione di obiettivi di transizione ecologica e digitalizzazione 4.0, si applicano invece le seguenti aliquote:
- Anno 2023: 10% dei costi ammissibili e nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro, ragguagliato ad anno in caso di periodo d’imposta di durata inferiore o superiore a 12 mesi;
- Anni 2024 e 2025: 5% dei costi ammissibili e nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro, ragguagliato ad anno in caso di periodo d’imposta di durata inferiore o superiore a 12 mesi
Per le attività di Design e Ideazione estetica per l’ideazione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari nei settori del tessile e della moda, calzaturiero, dell’occhialeria, orafo, del mobile e dell’arredo e della ceramica,il credito d’imposta è riconosciuto:
- per gli anni 2022 – 2023: 10% dei costi ammissibili e nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro:
- per gli anni 2024 e 2025: 5% dei costi ammissibili e nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro

Credito d’imposta formazione 4.0
Come si accennava all’inizio di questo articolo, il Credito d’Imposta Formazione 4.0, nel 2023 non è tra gli incentivi oggetto di proroga nell’ambito del Piano Transizione 4.0. Tuttavia, è ancora possibile richiederlo per i crediti maturati nel 2022 in spese di formazione realizzata negli ambiti della digitalizzazione e dell’innovazione tecnologica.
Per conoscere tutti i dettagli relativi al Bonus Formazione 4.0, puoi leggere l’articolo di approfondimento che gli abbiamo dedicato. Di seguito, troverai invece le aliquote applicabili per i crediti del 2022 e variabili in relazione alla dimensione di impresa e al periodo di riferimento, antecedente o successivo al 17 maggio 2022.
Per i progetti di formazione 4.0 iniziati entro il 17 maggio 2022, si applicano le seguenti aliquote, come previsto all’art.1 comma 211 della Legge di Bilancio 2020:
- 50% per le piccole imprese, nel limite massimo annuale di 300.000 euro;
- 40% per le medie imprese, nel limite massimo annuale di 250.000 euro;
- 30% per le grandi imprese nel limite massimo annuale di 250.000 euro;
Per le attività di formazione 4.0 avviate dopo il 17 maggio 2022, le aliquote applicabili sono invece le seguenti:
- 40% per le piccole imprese, nel limite massimo annuale di 300.000 euro;
- 35% per le medie imprese, nel limite massimo annuale di 250.000 euro;
- 30% per le grandi imprese nel limite massimo annuale di 250.000 euro;
Per i progetti di formazione 4.0 rivolti ai lavoratori dipendenti svantaggiati o molto svantaggiati, come definiti dal decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali del 17 ottobre 2017, l’aliquota applicabile è, per entrambi i periodi di riferimento, del 60%.
Piano Transizione 4.0: i Beneficiari
Tutti i crediti d’imposta previsti dal Piano Transizione 4.0 sono destinati alle imprese operanti e residenti sul territorio italiano, indipendentemente dal settore di appartenenza e dalla forma giuridica, che rispettino le normative in materia di sicurezza sul lavoro e gli obblighi contributivi assistenziali e previdenziali in favore dei lavoratori.
Non possono usufruire dell’incentivo, invece, le imprese sottoposte a procedure concorsuali e quelle destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.
Crediti d'imposta Transizione 4.0: Come Richiederli
Le imprese possono beneficiare dei Crediti d’Imposta Transizione 4.0 in compensazione, attraverso i modelli F24 messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, e a partire dal periodo d’imposta successivo a quello di sostenimento delle spese ammissibili. La base di calcolo del singolo credito d’imposta deve essere assunta escludendo altre sovvenzioni o contributi a qualunque titolo ricevuti per le stesse spese ammissibili.
Inoltre, è necessario che le imprese richiedenti dispongano di alcuni documenti, tra cui:
– una relazione asseverata che dimostri la conformità del progetto e delle spese con gli obiettivi del Piano Transizione 4.0
– una certificazione delle spese rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti. Per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti, le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 5.000 euro.
– ulteriori documenti specifici in base alla tipologia di credito d’imposta per cui si inoltra la richiesta
Concentrati solo sul tuo business, al tuo bando ci pensiamo noi!
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